Il borgo di Manarola è circondato da colline, dall’aspetto segnato dai tipici terrazzamenti, coltivati a vite. Il sole tramonta e scompare dietro esse. In inverno lascia spazio presto allo scuro della sera. Ma a partire dal giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre, sino alla fine di gennaio, il borgo delle Cinque Terre s’illumina la sera e s’immerge in un’atmosfera magica, quella creata da trecento figure a grandezza naturale, accese da circa diciassettemila lampadine e disposte lungo la collina delle Tre Croci. È il Presepe di Manarola che rende speciale il Natale nelle Cinque Terre ormai da molti anni, tanto da essere diventato uno dei più famosi al mondo. Quello dell’accensione della natività è un momento che riempie d’orgoglio e coinvolge un’intera comunità. Per gli abitanti del borgo questo è il presepe di Mario Andreoli, loro compaesano, instancabile ottantenne che dal 1976 si dedica ogni anno alla sua creazione, per renderla unica.
A lungo ha desiderato e progettato un’opera simile: voleva dare vita a qualcosa di mai visto. E così, a poco a poco, utilizzando materiale di recupero, ferro ritorto, ha assemblato le parti dei suoi personaggi e li ha sistemati sulla collina. Pastori, artigiani, pecore, persino barche e pesci, perché questo presepe è soprattutto un omaggio ai cinque villaggi marinari. Come ogni abitante delle Cinque Terre che si rispetti infatti Mario, ora ferroviere in pensione, conosce la fatica, sa cosa significa salire su per le colline, a piedi, passando per piccoli viottoli. Eppure questo non l’ha fermato o scoraggiato, anzi, ha persino raccontato che ogni volta che sistemava una nuova figura scendeva sino al piazzale della chiesa di San Lorenzo, per giudicarne meglio l’effetto. Così ha fatto per ogni nuovo personaggio inserito, sinché non era soddisfatto.
Dopo tanto lavoro, nel 2006, a distanza di trent’anni dall’inizio del lavoro, il presepe è stato inaugurato e subito inserito nel Guinness dei Primati, l’anno seguente. Per illuminarlo sono stati necessari otto chilometri di cavi elettrici. Ora il presepe è diventato un’installazione amica dell’ambiente: nel 2008 è stato realizzato un impianto fotovoltaico ad hoc, per la sua alimentazione.
Anche quest’anno quei quattromila metri quadrati di vigneto, curati e sistemati grazie al contributo del Club Alpino Italiano della Spezia e dai volontari di Manarola, si sono accesi l’8 dicembre. Con una novità: il 2016 è stato l’anno del Giubileo voluto da papa Francesco e Andreoli ha pensato anche a questo, realizzando una figura che rappresenta il pontefice, nell’atto di aprire la porta del Duomo di San Lorenzo. Ancora una volta c’è stata una grande festa: i fuochi d’artificio hanno segnato l’inaugurazione, c’è stata anche una fiaccolata e in tanti, accompagnati dal Cai, sono arrivati in paese passando per gli antichi sentieri degli scambi commerciali, fra manarolesi e abitanti delle valli di Riccò del Golfo.
I più audaci possono provare a passare per questi percorsi, scendendo a mare dalla Val di Vara oppure partendo da Riomaggiore, come alcuni hanno fatto proprio quel giorno, percorrendo le vie dei contadini e raggiungere così il borgo. In alternativa il modo più semplice per raggiungere Manarola resta il treno. Venendo da Genova si deve scendere dopo Corniglia, se si proviene dalla direzione opposta è la fermata successiva a Riomaggiore. Pochi minuti di passeggiata e si arriva in paese. Un consiglio: è bene partire in primo pomeriggio, in modo da poter godere del fascino di Manarola in toto, in attesa dell’imbrunire e dell’illuminazione della collina.
Il presepe resterà acceso fino al giorno della Candelora, il 2 febbraio.
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